26 August 2019
Amidst the opera arts and soccer
(by Elisabetta Brunella)
It is a well-known fact (acknowledged as a positive development in a traditionally male context) that the 2019 women’s soccer World Cup aroused keen interest at all latitudes and that television channels obtained amazing audiences. Suffice it to remember that in Great Britain 6.1 million spectators watched the game between England and Scotland and as many as 11.7 million the semi-final between England and the USA. To get a better idea of all this, we can consider the fact that no programme in 2019 obtained such success on British TV.
It is less well known that in the Netherlands, ecstatic about the "Orange Lionesses" race to the final, soccer conquered the big screen. Take, for example, the Pathé Spuimarkt, a nine-screen complex at the heart of the Hague: Sunday 7 July, one hour before the key match, there wasn’t a single seat left for the game between Holland and the United States, whilst there were plenty for the films that were to be screened more or less at the same time.
The case of the Netherlands is decidedly interesting, as it is certainly not typical: in general, in the countries for which figures on added content are available, MEDIA Salles has found that sports events are not a widespread "genre" on the big screen. In fact, in some European countries, this sort of screening, which seemed so promising at the very beginning of cinema digitization, is practically non-existent. As regards a highly popular sport like football, what often discourages exhibitors is the high cost of purchasing screening rights, which are so expensive that they are not covered by ticket prices, also obliged to compete with free viewing on the small screen. This - according to some - is why a lot of beer should also be sold: but is this really the sort of viewing we want in cinemas? There is also the factor - pointed out by Italian exhibitors, for example - that the legal framework is out-dated and far from clear, making the organization of this type of screenings particularly complicated.
But returning to the Netherlands: whilst here, too, sport is certainly not the most popular of added content, the screening of the World Cup finals is not an isolated case. As we write, Pathé is offering the twentieth phase of the Tour de France at the cinema, something that doesn’t even happen in France.
This sort of screening is comprised in what Dutch exhibitors - from the big groups such as Pathé, Vue and Kinepolis, to independents like the Plaza Futura in Eindhoven or the Heerenstraat Theater in Wageningen - generally refer to as "specials" or "events". This is a very broad category, including added content in the strict sense (from sports to the arts to culture), but also gaming on the big screen or even films offered according to the event formula on the big screen, for one or two evenings only, or as part of a theme series. The case of biographies is significant: currently, several cinemas are offering mini-series of biographical documentaries, including, for example, "Veearts Maaike", based on the figure of a young vet, and "Diego Maradona".
There are also special evenings, frequently addressing female audiences (Ladies’ Nights) or combining the screening of a film with dinner, as in the "Viva la Pizza" offer from the Gigant in Apeldoorn (where a screening of "A casa tutti bene" is programmed for the 26 July). If, on the one hand, the variety of offer is proof of how dynamic the sector is in the Netherlands (where audiences have more than doubled since the ‘Nineties), on the other hand, those who, like us, like to record a clear account of the various phenomena marking cinema-going, can’t help noting some confusion here. So let’s get back to some of the more "traditional" added content, i.e. of a cultural nature, such as the visual arts, ballet, theatre, opera and music in the widest sense of the term. In this field, the Netherlands can boast a leading role: André Rieu, a musician beloved throughout the world, whose performances are broadcast on thousands of screens, attracting record audiences, is in fact Dutch.
On Dutch territory alone (17 million inhabitants), the 2019 edition of his famous Maastricht concert from 26 to 27 July, was booked by 110 cinemas. As regards ballet and opera, performances by the Metropolitan and the Bolshoi are brought to Dutch audiences thanks to Pathé Live, and those of the Royal Opera House thanks to ABC, until now. The latter company, founded in 2004 as a distributor of films, then added a sector devoted to added content, including performances by the Royal Opera House, production from Picturehouse, now Trafalgar, and a selection of the main "exhibition based art films". Alongside those from Exhibition on Screen, Italian productions by Nexo Digital enjoy pride of place, including, in the first ten months of 2019, "The Water Lilies by Monet", "Tintoretto. A Rebel in Venice", "Klimt & Schiele - Eros and Psyche", "The Prado Museum. A Collection of Wonders" and "Gauguin in Tahiti. Paradise Lost".
Lastly, Dutch screens may well be seeing more of Italy on their screens next winter: the latest news is that A Contracorriente Films has signed an agreement with RaiCom for the distribution in Holland of performances by La Scala, starting, of course, with "Tosca" which will be opening the season as tradition commands on 7 December.
This article was published in Cinema & Video Int'l, issue no. 8-9/2019 |
26 agosto 2019
Tra opera arte e calcio
(di Elisabetta Brunella)
Che l'edizione 2019 dei Mondiali di calcio femminile abbia suscitato uno straordinario interesse a tutte le latitudini e che le televisioni abbiano ottenuto livelli di audience sorprendenti è un fatto noto (e salutato come una svolta positiva in un ambiente tradizionalmente considerato di appannaggio maschile). Basti pensare che in Gran Bretagna gli spettatori che hanno seguito in tv la partita Inghilterra/Scozia sono stati 6,1 milioni, quelli della semifinale Inghilterra/Usa addirittura 11,7 milioni. Per avere un'idea più precisa, si consideri che nessun programma del 2019 aveva ottenuto tanto successo nella tv britannica.
Meno noto è invece che, nei Paesi Bassi elettrizzati dalla scalata che ha portato le leonesse arancione alla finale, il calcio abbia conquistato il grande schermo. Prendiamo per esempio il Pathé Spuimarkt, complesso di nove schermi nel cuore dell'Aia: domenica 7 luglio, un'ora prima del match decisivo, non si trovava più un posto per la partita tra Olanda e Stati Uniti, mentre c'era ancora ampia disponibilità per i film che sarebbero stati proiettati più o meno allo stesso orario.
Il caso dei Paesi Bassi è decisamente interessante perché piuttosto atipico: in generale, infatti, nei territori per cui sono disponibili dati sui contenuti aggiuntivi, MEDIA Salles ha rilevato che gli eventi sportivi non risultano essere un "genere" ampiamente diffuso sul grande schermo. In alcuni paesi europei, addirittura, questo tipo di spettacolo, che sembrava assai promettente agli albori della digitalizzazione delle sale, è praticamente inesistente. Per quanto riguarda uno sport - peraltro popolarissimo - come il calcio, a frenare l'iniziativa degli esercenti sono spesso i costi per l'acquisizione dei diritti, così elevati da non poter essere coperti col prezzo del biglietto, che per giunta deve competere con la gratuità del piccolo schermo. Bisognerebbe allora - sostengono alcuni - vendere tante birre: ma è proprio questo il tipo di partecipazione che si vuole in un cinema? Pesa anche, segnalano per esempio gli esercenti italiani, un quadro legislativo piuttosto datato e poco chiaro che rende particolarmente complicata l'organizzazione di questo tipo di proiezioni.
Ma torniamo ai Paesi Bassi: se pure anche qui lo sport non è certo il più gettonato dei contenuti aggiuntivi, la proiezione della finale dei Mondiali non è un caso isolato. Mentre scriviamo, ancora Pathé propone al cinema la ventesima tappa del Tour de France, cosa che non avviene nemmeno in Francia.
Questo tipo di proiezioni fa parte di quello che in generale gli esercenti olandesi - dai grandi gruppi come Pathé, Vue e Kinepolis fino agli indipendenti quali il Plaza Futura di Eindhoven o l’Heerenstraat Theater di Wageningen - chiamano "specials" o "events". Si tratta di una categoria molto ampia, in cui rientrano i contenuti aggiuntivi in senso stretto (dallo sport alle arti e alla cultura), ma anche il gaming sul grande schermo o addirittura dei film che vengono però proposti con la modalità dell’evento, per una serata o due, o che entrano a far parte di una rassegna tematica. Significativo è il caso delle biografie: in questo periodo diversi cinema propongono delle miniserie di documentari biografici, che includono per esempio "Veearts Maaike", incentrato sulla figura di una giovane veterinaria, e "Diego Maradona".
Si arriva fino alle serate speciali, rivolte in molti casi al pubblico femminile (Ladies’ night) o che abbinano per esempio la visione di un film alla cena, come nella proposta "Viva la pizza" del Gigant di Apeldoorn (che il 26 luglio prevede la proiezione di "A casa tutti bene"). Se da un lato questa varietà di proposte attesta il dinamismo del settore nei Paesi Bassi (che dagli anni Novanta ad oggi hanno più che raddoppiato i loro spettatori), dall’altra chi come noi ama documentare chiaramente i vari fenomeni che caratterizzano la fruizione cinematografica non può non lamentare una certa confusione. Ritorniamo perciò ai contenuti aggiuntivi più "tradizionali", cioè quelli a carattere culturale come le arti figurative, il balletto, il teatro, l'opera e la musica nel senso più ampio del termine. Proprio in questo campo i Paesi Bassi vantano un primato: è infatti olandese André Rieu, il musicista amato in tutto il mondo, i cui spettacoli trasmessi in migliaia di schermi registrano affluenze da record. Solo sul territorio olandese (17 milioni di abitanti), l'edizione 2019 del suo famoso concerto da Maastricht del 26 e 27 luglio è stata prenotata da 110 cinema. Per quanto riguarda il balletto e l’opera, arrivano al pubblico olandese gli allestimenti del Metropolitan e del Bolshoi, grazie a Pathé Live, e quelli della Royal Opera House, finora attraverso ABC. Questa casa, fondata nel 2004 per distribuire film, ha poi aggiunto un settore dedicato ai contenuti aggiuntivi, che comprende le opere della Royal Opera House, le produzioni di Picturehouse, ora Trafalgar, e una selezione dei principali "exhibition based art films". Qui ancora una volta spiccano, accanto a quelle di Exhibition on Screen, le produzioni italiane firmate da Nexo Digital, che per i primi dieci mesi del 2019 includono di "Le ninfee di Monet", "Tintoretto, Un ribelle a Venezia", "Klimt & Schiele, Eros e Psiche", "Il Museo del Prado, La corte delle meraviglie" nonché "Gauguin a Tahiti, Il paradiso perduto".
Infine il prossimo inverno potrebbe vedere più Italia sugli schermi olandesi: è di questi giorni la notizia che A Contracorriente Films ha siglato un accordo con RaiCom per distribuire nei Paesi Bassi le opere della Scala, a cominciare ovviamente dalla Tosca che aprirà la stagione scaligera, come da tradizione, il 7 dicembre.
Questo articolo è stato pubblicato sul n. 8 - 9/2019 di Cinema & Video Int'l
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