Reg. Trib. Milano n. 418 del 02.07.2007
Direttore responsabile: Elisabetta Brunella

 
 
 
 Edizione italiana N. 78 - anno 7 - 18 gennaio 2012

 

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COMUNICATO STAMPA
 
Più della metà degli schermi europei sono ora digitali,
ma le monosale sono in difficoltà

Il nuovo rapporto realizzato dall’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo e da MEDIA Salles mostra che alla fine del 2011 erano circa 18 500 gli schermi digitali installati in Europa. Questo significa che più del 52% degli schermi europei sono ora equipaggiati per la proiezione digitale, contro il solo 4% di tre anni fa (si veda il grafico).

Mentre la fase iniziale della conversione digitale su larga scala, avvenuta tra il 2009 e il 2010, era stata quasi completamente trainata dalle installazioni 3D, lo sviluppo nel 2011 è stato – per la prima volta – spinto dagli schermi 2D. Ne emerge che la transizione digitale è entrata nella sua seconda fase principale ed è ora primariamente guidata dalla conversione dei maggiori circuiti grazie a forme di finanziamento basate sul VPF ed a iniziative pubbliche che spaziano dalla legislazione (in Francia), a contributi dati a schemi di conversione che coinvolgono tutta l’industria (in Norvegia e nei Paesi Bassi), fino a interventi pubblici diretti. Il Rapporto ne identifica 60, operanti ai vari livelli – nazionale, regionale e paneuropeo – compreso il nuovo schema MEDIA 2007.

L’analisi, basata sulla lista completa sito per sito dei cinema analogici e digitali nel 2010, mostra chiaramente che i piccoli cinema ed i piccoli esercenti hanno incontrato difficoltà significative nella conversione al digitale. Alla fine del 2010 soltanto l’11% delle monosale aveva installato uno schermo digitale, contro l’89% dei multiplex (si veda la tabella). Questi piccoli cinema, tuttavia, costituiscono una parte peculiare del parco sale d’Europa, dove i monoschermi da soli rappresentano il 60% di tutti i cinema. Nonostante, presumibilmente, non risultino essenziali per gli incassi totali, questi piccoli cinema giocano un importante ruolo sociale e culturale in molte comunità. Il fatto che questi schermi non siano ancora digitalizzati evidenzia come i modelli di finanziamento commerciali non possano coprire tutti i cinema europei, e che la mancanza di fondi per la transizione riguardi il 15% – 20% degli schermi europei.
Allo stesso tempo, visti gli elevati livelli di penetrazione della transizione digitale in vari mercati europei, la fine della distribuzione in formato 35mm sembra avvicinarsi rapidamente. Dopo la Norvegia, che è il primo paese europeo ad essere diventato completamente digitale a metà del 2011, i distributori di Belgio e Lussemburgo dovrebbero concludere la distribuzione in 35mm nel 2012 mentre un totale di 11 territori aveva convertito almeno il 50% dei propri schermi alla metà del 2011, compresi i due principali mercati, Francia e Regno Unito.
Una volta che i grandi distributori saranno passati alla distribuzione digitale nei maggiori mercati, la domanda di pellicola calerà sensibilmente, mettendo a rischio gli equilibri economici del 35mm ad un livello paneuropeo. Questo potrebbe mettere a dura prova quei distributori ed esercenti ancora dipendenti dalla pellicola. Molti di questi, presumibilmente, sono piccole società che ora devono fare i conti con un crescente svantaggio competitivo. Il cinema digitale, infatti, accresce le economie di scala sia dell’esercizio sia della distribuzione: di conseguenza la transizione digitale porterà maggiori benefici sia in termini di risparmio economico sia di tendenziali maggiori incassi alle grandi società piuttosto che alle piccole. Questa realtà economica potrà introdurre cambiamenti cruciali nel frammentato panorama cinematografico in Europa e porre una sfida al settore indipendente europeo, caratterizzato com’è da un gran numero di piccoli esercenti e distributori.

 

‘Il primo rapporto sul cinema digitale in Europa’ (130 pagine) è pubblicato congiuntamente dall’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo e da MEDIA Salles ed offre i dati più aggiornati sugli schermi digitali e sui tassi di penetrazione nei 35 mercati europei, analizza lo sviluppo della transizione digitale e propone un’approfondita analisi strutturale con attenzione ai livelli di concentrazione per esercente e per cinema di diverse dimensioni. Contiene inoltre una lista delle 50 principali società d’esercizio per numero di schermi digitali in Europa oltre che le quote di mercato stimate per la tecnologia 3D e le marche di proiettori e server paese per paese. Un capitolo speciale è dedicato alle sfide specifiche per il settore indipendente europeo. Il rapporto elenca 60 schemi di finanziamento pubblico che sostengono il processo di digitalizzazione a livello nazionale, regionale e paneuropeo, comprendendo anche il nuovo Programma MEDIA 2007. La pubblicazione offre anche un set completo degli indicatori chiave per ciascuno dei 35 mercati europei analizzati nel rapporto.
 
Per maggiori informazioni, si veda http://www.obs.coe.int/oea_publ/european_digital_cinema.html.

 
* Il Virtual Print Fee (VPF) è un meccanismo di supporto per finanziare il primo acquisto dell’attrezzatura per la proiezione digitale. Esso si basa sul pagamento, da parte dei distributori e dei fornitori di contenuti alternativi, di una somma fissa ogni volta che viene noleggiata una copia digitale dei loro prodotti.

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