CINEMA VISION 2030 AT KINO INTERNATIONAL, BERLIN Clare Binns - Managing Director, Picturehouse, UK Ventotto cinema di prossimità costituiscono il circuito cinematografico di Picturehouse, società britannica attiva anche nella distribuzione e nell’home entertainment. Quali sono le parole chiave per il rilancio della frequentazione della sala dopo il Covid? Per Claire Binns, Managing Director di Picturhouse, è importante che le sale trovino uno spazio specifico per farsi sentire nella miriade di messaggi che vengono indirizzati a chi ama i film. Gli spettatori potenziali devono rendersi conto che tornare al grande schermo – dopo lo sconvolgimento delle abitudini causato dalla pandemia – è quello che ci vuole per apprezzare veramente un film. Per questo incoraggiamo soprattutto i giovani a frequentare di nuovo la sala, proponendo rassegne ed eventi con registi ed autori. Offriamo anche una carta fedeltà che dà diritto a vantaggi come proiezioni gratis accompagnate da una tazza di tè o caffè. E siccome vogliamo che i clienti sentano che sono veramente importanti per noi, non solo scegliamo con grande cura fornitori e prodotti per la ristorazione, ma formiamo il nostro personale perché sia pronto a parlare di cinema con gli spettatori. Infine, una nostra iniziativa mette l’accento sulla sostenibilità: nell’ambito di “Green screen”, in collaborazione con associazioni locali, proiettiamo documentari sull’ambiente seguiti da dibattiti. Christian Grass - CEO, Metrograph, US Nato nel 2016 dall'intuizione di Alexander Olch, fashion designer, il Metrograph di New York City si è velocemente guadagnato la fama di "coolest movie theater" della Grande Mela. I pilastri su cui poggia questo successo sono tre, ha detto Christian Grass, amministratore delegato di Metrograph, nel suo intervento a Cinemavision 2030: un programma così articolato da essere diverso da quello di tutti gli altri cinema di NYC; la capacità di creare e di mantenere viva una comunità che unisce filmmakers e spettatori; un contesto che intreccia culture cinematografiche appartenenti a spazi geografici e a momenti storici differenti e che si rivolge a un pubblico connotato dall'apertura verso esperienze multiculturali. Mentre lo stile dell'edificio che lo ospita - caratterizzato dalla tradizionale pensilina - strizza l'occhio al glorioso passato dei sontuosi cinema "Hollywood style", il Metrograph indirizza la sua programmazione - sostanzialmente basata su film "cult" e di repertorio, spesso proiettati in 35 mm - ad un pubblico prevalentemente giovane, colto e attento alle nuove tecnologie. Alla riapertura dopo il Covid, il piccolo complesso di due schermi (200 + 46 posti), dotato anche di una libreria specializzata, ha lanciato un programma di fidelizzazione della clientela che offre sia proiezioni sul grande schermo sia un catalogo di film on demand da vedere a casa propria. Annoverato tra i "boutique cinemas" di NYC, il Metrograph non ha tuttavia sposato la tendenza che ha preso piede nel settore luxury, cioè la possibilità di consumare pasti durante la proiezione, ma propone ai suoi clienti un bar e un vero e proprio ristorante dalla carta incentrata su piatti della cucina internazionale, con un penchant per prodotti e ricette tipicamente italiani, dalla burrata alla bresaola, dagli spaghetti al tiramisù. Questa formula, che punta su qualità della programmazione e qualità della ristorazione, senza tuttavia sovrapporre le due proposte, sembra essere stata la carta vincente per la ripresa nel periodo post Covid. E se il cartellone dei film fa del Metrograph l'indirizzo giusto per spaziare nella cinematografia internazionale, il radicamento nel territorio non è certo trascurato in questo cinema di Ludlow Street, che fa della dimensione locale uno dei suoi punti di forza. A cominciare dal programma cinematografico speciale ideato per condividere la celebrazione del Capodanno con la vicina comunità della Chinatown newyorkese.
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