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Forte di oltre 50 schermi
digitali, Odeon è la catena cinematografica britannica –
di recente entrata nella galassia multinazionale Odeon UCI – che
ha lanciato un ampio programma di sperimentazione delle nuove tecnologie
applicate alla proiezione. Ne hanno parlato ai partecipanti di “DigiTraining
Plus: New Technologies for European Cinemas”, il corso organizzato
da MEDIA Salles, che si sta svolgendo in questi giorni presso la sede
di Barco a Kuurne (Belgio), Drew Kaza e Gerald
Buckle, rispettivamente Direttore e Responsabile dello Sviluppo
Digitale di Odeon. Cuore dell’iniziativa è la scelta “100%
digitale” fatta per due siti di nove schermi ciascuno. Per sperimentare
la tecnologia, Odeon ha adottato, per ogni complesso, proiettori e server
di marche differenti (Nec e Kodak nel caso di Hatfield, Cinemeccanica
e Doremi per Surrey Quays), mentre, per “rifornire” gli schermi
di contenuti digitali, ha avviato accordi con studios e distributori attivi
a livello internazionale come Fox, Paramount, Universal, Sony, Lionsgate
e Pathé. L’approccio di Odeon va, però, oltre l’obiettivo
di acquisire conoscenze e capacità da spendere quando la transizione
al digitale sarà un fenomeno diffuso. Uno degli obiettivi della
sua strategia è creare un’immagine di marca per il cinema
digitale, sfruttando da una parte il prestigio di Odeon (società
attiva nel Regno Unito dagli anni ’40) e dall’altra il carattere
innovativo della proiezione digitale. Da questo nasce una campagna che
comprende l’invenzione di un nuovo nome per il complesso digitale
(“Digiplex”) ed un messaggio rivolto alla clientela che non
vuole lasciare dubbi sulla realtà dell’esperienza della nuova
tecnologia: “il cinema digitale è qui”. Ai partecipanti
al corso, oltre a fornire informazioni scaturite dall’esperienza
(per esempio, che il cinema 3-D esercita una grande attrattiva sui giovanissimi
e che, in questo caso, un prezzo del biglietto più alto del 20%
non scoraggia la frequenza), Buckle e Kaza hanno lanciato messaggi importanti
per il futuro del cinema digitale. Tra questi, la necessità di
trovare modelli di business che, pur in sintonia con il “Virtual
Print Fee”, di origine statunitense, possano essere utili anche
a chi non può contare sulla forza di un gruppo di grandi dimensioni:
come il “pay per play fee”, che sarebbe più adattabile
alle peculiarità del mercato europeo, caratterizzato da moltissime
società anche di piccole dimensioni. Oppure, l’importanza
di un coinvolgimento di produttori e distributori che contribuiscano al
successo – in tempi brevi – della transizione al digitale.
Tutto ciò “per evitare che l’avventura digitale, invece
di avvantaggiare l’industria, si trasformi in una perdita secca
a causa del perdurare del doppio sistema, digitale e 35mm”, ha commentato
Kaza. La presentazione di Odeon ha suscitato un vivo interesse tra i partecipanti
del corso, il cui atteggiamento può essere riassunto dalle parole
di Monica Törnblom, della catena svedese Folket
Hus och Parker, antesignana nell’adesione alle nuove tecnologie:
“il mio obiettivo per questo corso è di prepararmi ad affrontare
nuove sfide, ascoltare e apprendere tutte le informazioni possibili dagli
altri esercenti ed esperti, creare sinergie. Ciò che mi sta a cuore
è capire. Qual è stata l’esperienza digitale negli
ultimi anni? Che cosa possiamo chiederci e aspettarci dal futuro?”.
MEDIA Salles, progetto che opera nell’ambito del Programma MEDIA dell’Unione Europea con il sostegno del Governo Italiano, incoraggia la distribuzione nei cinema di prodotti audiovisivi europei, sia attraverso iniziative che coinvolgono gli esercenti cinematografici europei, sia attraverso eventi intesi ad accrescere la visibilità delle produzioni europee tra gli operatori e il pubblico potenziale, creando canali di informazione specifici su scala mondiale. Le azioni attualmente sviluppate da MEDIA Salles si collocano in tre aree principali – formazione, promozione e informazione – integrandosi a vicenda. MEDIA Salles |