In questo numero la rubrica ospita il ritratto di un complesso che è stato visitato da Nicola Curtoni ed Emilia Desantis durante il loro "Giro dei Cinema". Postmodernissimo
Il centro di Perugia, città di 168.000 abitanti nel cuore dell'Italia, dal ricco patrimonio artistico e culturale, ha subito negli ultimi 20 anni uno spopolamento: riportarvi un cinema è stata una scelta controcorrente. L'idea ha iniziato a prendere forma nel 2013. Di ritorno dal Festival di Venezia, Giacomo e Ivan, amici da più di 20 anni, decidono di provare ad aprire una sala. Avevano già lavorato nell'esercizio, ma volevano un progetto personale, con al centro la socialità e i film che amano. Un po' per caso, grazie al tutoraggio del Comune di Perugia, trovano la disponibilità dei proprietari di una sala nel centro storico, famosa per l'essai ma chiusa dal 2000. Decidono di allargare il gruppo: si uniscono Andrea, che torna dalla Francia per partecipare al progetto, e un altro Andrea "il socio occulto". "Ognuno di noi", spiega Giacomo, "ha messo le sue bricioline ma non avevamo le spalle larghe". Anche per ragioni economiche è stato necessario fin da subito costruire una comunità intorno al progetto. Viene lanciata una campagna di finanziamento partecipativo: in cambio del loro finanziamento (da 10 a 1.000 euro) i donatori ricevono sacche, t-shirt, abbonamenti o altri benefit. Si sceglie come modello di gestione la cooperativa sociale non a scopo di lucro, dando la possibilità agli interessati di diventarne soci, con una quota di 100 euro. I cittadini possono così partecipare alla vita del nuovo spazio, decidendone l'orientamento nelle assemblee. Queste forme di finanziamento raccolgono il 10% dei 400.000 euro necessari ma testimoniano anche un bisogno collettivo. Dei fondi regionali per l'imprenditorialità giovanile (50.000 euro) e un fondo europeo accessibile per il tramite della Regione Umbria (150.000 euro) hanno coperto un'altra parte del bisogno. "A fondo perduto?" "Eh, magari!" Sostanzialmente sono dei mutui che però, a differenza di quelli bancari, hanno degli interessi più interessanti (1%), ma anche dei vincoli più precisi sulle modalità di spesa. Le uniche entrate a fondo perduto del progetto sono state un rimborso per la costituzione delle imprese e il 50% dell'affitto del primo anno grazie a un sostegno regionale per l'imprenditorialità giovanile (Legge 12). Un mutuo di Banca Etica ha permesso di coprire il resto delle spese. Risultato: a dicembre 2014 il cinema apre. Da una sola sala la ristrutturazione ne ha restituite 3. La programmazione spazia dai film d'autore orientati al grande pubblico passando per l'essai puro fino ai film sperimentali o marginali. Il mercoledì gli spettacoli sono in lingua originale e a tariffa scontata. Le rassegne sono organizzate il lunedì, su autori (anche monografie integrali) o su una cinematografia nazionale e riescono ad attirare anche un pubblico da fuori provincia. La terza sala, ricavata da un magazzino, offre 30 posti e dispone non di un proiettore digitale ma di un videoproiettore a led. "La terza sala ci permette una tenitura lunga o di proporre prodotti più di nicchia", continua Giacomo. Dopo le perplessità iniziali, i distributori ora forniscono più facilmente il blue-ray e il film può continuare la sua vita in sala. "Come la terza pagina di un quotidiano, la terza sala è lo spazio creato per dare spazio alla ricerca (anche video-arte), alle retrospettive e agli approfondimenti". |