FOCUS ON LATIN AMERICA

Progressione lenta: la digitalizzazione in America Latina procede con ritmi assai diversi nei vari paesi
di Roque González

Alcuni paesi hanno già raggiunto la digitalizzazione al 100% (ad esempio la Norvegia e i Paesi Bassi), mentre in alcuni grandi mercati la percentuale arriva comunque già a circa l'80% (ad esempio, negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia e in Giappone).
Nonostante ciò, in America Latina le cifre della digitalizzazione sono basse e l'avanzamento del processo è lento: la penetrazione è attualmente al 33% (23% se non si includono i tre territori con il più alto tasso di digitalizzazione, cioè Messico, Colombia ed Ecuador). Un anno fa, la percentuale in America Latina era il 22% (20% escludendo Messico e Colombia).
Molti fattori possono contribuire a spiegare questa situazione: mercati di piccole dimensioni (senza siti commercialmente attraenti per le società multinazionali, ad eccezione di Messico e Brasile); nessuna presenza significativa di virtual print fees nella regione e mancanza di politiche di sostegno (ad eccezione del Brasile).


In effetti, gli esercenti stranieri attivi in America Latina stanno negoziando privatamente accordi VPF per i propri cinema con le majors. Ma gli esercenti locali (grandi e piccoli) non hanno raggiunto alcun accordo. Soltanto i grandi circuiti, come Cinépolis, Cinemex e Cine Colombia, hanno la possibilità di trattare con le majors.

Nel frattempo, i produttori di alcuni paesi dell'America Latina lamentano il fatto che grandi esercenti (come Cinépolis e Cine Colombia) stiano facendo pagare un VPF obbligatorio per le uscite dei film nazionali per la maggior parte prodotti e distribuiti con grande sforzo e senza molte risorse).

Alcune società multinazionali stanno valutando di offrire accordi VPF e costruire una presenza maggiore in America Latina, come la Sony (i cui proiettori 4K non raggiungono lo stesso tasso di penetrazione di altre aree), Christie, Arts Alliance Media, Cinedigm e GDC.
Al contrario, il Brasile è l'unico territorio latino americano in cui gli esercenti nazionali abbiano creato un consorzio per avere maggior peso e poter negoziare i VPF con le majors (similmente ai gruppi d'acquisto creati negli Stati Uniti, nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in Germania).
Il Brasile non soltanto sta offrendo supporto finanziario alla digitalizzazione, ma ha anche ridotto le tasse sull'importazione dei proiettori digitali. Le imposte elevate continuano invece ad essere un fattore molto influente nel resto dell'America Latina (incrementando i costi della conversione di uno schermo fino ad un prezzo totale che va da $150.000 a $200.000).

L'Argentina aveva annunciate uno schema di supporto pubblico alla digitalizzazione a metà del 2011, ma nulla è accaduto finora. Nel frattempo, la Dirección de Cinematografía (Istituto di cinematografia nazionale) colombiana sta elaborando una piattaforma digitale per lo streaming di film colombiani e latinoamericani, un progetto pilota nell'area che ha ottenuto il sostegno finanziario del prestigioso Banco Interamericano de Desarrollo (BID).
Inoltre, la Dirección de Cinematografía ha organizzato alla fine del 2011 il primo incontro di funzionari pubblici, operatori e ricercatori rivolto ad accelerare la digitalizzazione in Colombia e in America Latina.
Imcine, l'istituto messicano di cinematografia, ha organizzato un incontro simile a marzo del 2012.

A settembre 2012 l'America Latina aveva 3.800 schermi digitali compatibili alle specifiche DCI (contro i circa 2.500 alla fine del 2011). Come negli anni scorsi, il Messico e il Brasile hanno la maggior parte di questi schermi digitali: 78% (rispetto al 60% nel 2009). Il fattore chiave è la crescita del Messico (il 58% di questi schermi latino americani sono nelle terre degli Aztechi).

D'altro canto, gli schermi digitali in America Latina continuano ad essere molto concentrati nelle capitali e nelle aree più ricche. (Lo stesso vale in generale nel settore dell'esercizio: in media, meno del 10% delle città latino americane ha un qualche tipo di cinema. Paesi come Uruguay, Paraguay e Bolivia hanno soltanto due o tre città con sale cinematografiche e in Argentina, l'ottavo paese per grandezza nel mondo, soltanto il 3% delle città ha un cinema.)

Parallelamente, c'è una lenta crescita della percentuale di schermi digitali che proiettano film in 2D, soprattutto in Colombia, Perù, America Centrale e Caraibi (che però è ancora bassa: in media il 7% nell'insieme dei vari stati della regione).

Per quanto riguarda i singoli circuiti, Cinépolis ha cominciato ad installare schermi "4D"(con stimoli sensoriali) in Messico e Brasile, mentre Cinemark sta spingendo i suoi grandi schermi XD in praticamente tutti i paesi latino americani. Altre società, come Cinecolor in Cile e Casablanca in Brasile (fornitori di servizi audiovisivi), stanno sviluppando la distribuzione via satellite dei DCP.

Cinemark e Cinépolis sono le società che stanno facendo lo sforzo maggiore per installare schermi digitali in America Latina.
La nord americana Cinemark ha il maggior numero di schermi digitali in Argentina, Brasile e Cile (in Cile la società locale Cinemundo, forte di 13 complessi, ha una percentuale simile).
Attualmente, Cinépolis è in testa al processo di digitalizzazione in Messico e in America Centrale. Nelle isole, la società Caribbean Cinemas ha una posizione forte, come - in misura minore - Cinemark.
In altri territori, gli esercenti nazionali nel loro insieme hanno la maggior percentuale di schermi digitali nei rispettivi paesi, come in Colombia e in Ecuador (in entrambi i paesi, circa l'80%), in Messico (circa il 95%), e in Venezuela (100%). Brasile, Perù e Cile hanno situazioni simili, con percentuali più basse (Brasile e Perù intorno al 60%, Cile al 51%). In Argentina, le catene nazionali e straniere si dividono quasi equamente gli schermi digitali del territorio (gli schermi digitali degli esercenti nazionali sono situati principalmente nel territorio argentino).

Principali mercati

Il Messico è il più importante mercato in America Latina e il quinto mercato mondiale.
La messicana Cinépolis è la quarta società d'esercizio nel mondo e gestisce circa la metà di tutti gli schermi del Messico.
Circa il 42% degli schermi messicani sono ormai digitali (si ricordi che la penetrazione digitale in America Latina, senza il Messico, è intorno al 25%).
Lo sviluppo digitale è guidato da Cinépolis: la catena della famiglia Ramírez ha annunciato che nel 2013 il 100% dei propri schermi sarà digitale (a settembre 2012, la percentuale degli schermi digitalizzati era circa il 65%, con due terzi degli schermi di Cinépolis a Città del Messico già digitali. Abbastanza sorprendentemente per l'America Latina, Cinépolis ha multiplex al 100% digitali anche in Brasile, Colombia, Perù e America Centrale - oltre che negli Stati Uniti e in India).

Cinemex è la seconda principale catena del Messico e la sesta nel mondo, con circa 2.000 schermi. Anche questa società messicana sta portando avanti la conversione dei propri schermi - circa la metà sono già passati alle nuove tecnologie.

Il Brasile ha quasi 600 schermi digitali (rispetto ai circa 450 l'anno scorso), che rappresentano il 23% degli schermi totali del paese. Come si è detto qui sopra, il Brasile è l'unico territorio della regione con due importanti vantaggi dal punto di vista della digitalizzazione, che sono comuni in altre aree ma inusuali per l'America Latina: politiche di sviluppo come l'aiuto finanziario e le esenzioni fiscali per agevolare il processo e, inoltre, l'esistenza di un gruppo d'acquisto formato dagli esercenti nazionali per ottenere maggiori poteri di trattativa con le majors sul VPF.

Fundo Setorial (Fondo per il Settore Cinematografico) è il più importante strumento governativo di supporto al settore del cinema. Parte del Fundo Setorial è destinato al sostegno della digitalizzazione.
Parallelamente, il piano "Cinema perto de voçê"("Cinema accanto a te") continua a sostenere la costruzione di sale nelle periferie delle grandi città, soprattutto nella zona settentrionale e nordorientale del Brasile - le aree più povere del paese.
Tutti questi nuovi schermi devono essere conformi alle specifiche DCI.
Il piano era stato lanciato nel 2010 attraverso un decreto provvisorio che il parlamento brasiliano ha poi trasformato in legge a marzo del 2012.

A maggio 2012, è stato introdotto Recine. Si tratta di un regime speciale dedicato allo sviluippo dell'esercizio brasiliano grazie ad esenzioni fiscali sulle importazioni ed è uno degli elementi principali dello schema "Cinema perto de voçê".
A settembre 2011, grazie alla Medida provisoria 545 (decreto provvisorio), il governo brasiliano ha garantito queste esenzioni sull'importazione dei proiettori digitali.
Le esenzioni Recine abbattono i costi della digitalizzazione del 30%.
Inoltre, 17 società d'esercizio brasiliane hanno formato, alla fine del 2011, un gruppo d'acquisto chiamato "Beyond All", con il supporto del Fundo Setorial e della Banca Nazionale di Sviluppo. Tra gli esercenti che fanno parte dell'iniziativa troviamo Grupo Severiano Ribeiro (la principale società d'esercizio del paese), Cinematográfica Araújo, Espaço de Cinema, Moviecom, Cinesystem, Cinemais and GNC.

Beyond All raccoglie un totale di 750 schermi (il 30% degli schermi totali). Questo gruppo d'acquisto pagherà circa l'80% dei costi della digitalizzazione; le garanzie saranno le quote VPF su cui questi esercenti si accorderanno.

Cinedigm coordina le trattative VPF con le majors e i distributori indipendenti del Brasile per conto di Beyond All (con la richiesta di almeno 45 milioni di dollari). Pure la MKPE Consulting di Michael Karagosian è stata interpellata da Beyond All.

Altri candidati a lavorare con Beyond All sono la brasiliana Mobz (che ha firmato un accordo con Arts Alliance Media nel 2011) e Auwê Digital.

Più a nord, il mercato dell'America Centrale e dei Caraibi (nel suo complesso) ha visto una crescita costante a partire dal 2009. Nel settembre del 2012, quest'area aveva circa 260 schermi digitali (il 28% degli schermi totali), 100 in più rispetto al settembre 2011. Anche l'Ecuador sta crescendo, avendo raddoppiato in un anno il numero di schermi digitali (da 35 a 71).

La Colombia ha 250 schermi digitali (circa 70 in più rispetto all'anno passato), che rappresentano il 39% degli schermi totali. Cine Colombia sta accelerando la conversione dei propri schermi: a ottobre 2011, la catena ha aperto a Bogotá il primo multiplex digitale al 100% in America Latina. La metà degli schermi digitali del paese appartengono a Cine Colombia.

L'Argentina è il quinto dei maggiori mercati in America Latina rispetto al cinema digitale, con circa 180 schermi. Nonostante ciò, questo territorio è ora in una situazione di stallo. A dicembre 2009, si trovava infatti al terzo posto per numero di schermi digitali. Oggi, la Colombia ha circa 70 schermi digitali in più rispetto all'Argentina.
Questa situazione è il risultato di molti fattori: la stretta imposta agli acquisti di valuta estera dal governo a ottobre del 2011; il blocco delle importazioni; la mancanza di prevedibilità per le aziende private che non siano del tutto a favore del governo. Una situazione simile è quella che si trova ad affrontare il Venezuela, dove la percentuale di schermi digitali arriva soltanto al 13%.
Il ristagno della transizione digitale corrisponde a quello del mercato cinematografico in generale: l'Argentina ha circa 800 schermi da circa 15 anni; si tratta dell'unico territorio in America Latina che non abbia visto una crescita nell'ultimo decennio.
Come si è già detto, il governo argentino aveva annunciato lo sviluppo di politiche per agevolare la transizione digitale a metà del 2011, ma ancora nulla è stato concretamente fatto.

Roque González è un analista. Ha lavorato con Octavio Getino all'Incaa, a Recam e alla Fundación del Nuevo Cine Latinoamericano.

È un candidato al dottorato dell'Universidad Nacional de La Plata e autore di "Cine latinoamericano y nuevas tecnologías audiovisuales"(Fundación del Nuevo Cine Latinoamericano, La Habana, 2011).

Questo testo è stato pubblicato nell'uscita del 5 novembre 2012 di Film Journal, che ha autorizzato la ripubblicazione sul DGT online informer.

 

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