Reg. Trib. Milano n. 418 del 02.07.2007
Direttore responsabile: Elisabetta Brunella

Edizione italiana N. 74 - anno 6
3 luglio 2011

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Dalla ottava edizione del corso
“DigiTraining Plus: European Cinemas Experiencing New Technologies”

Helsinki e Tallinn
29 giugno - 3 luglio 2011

- aggiornamento quotidiano -

 

Non uno di meno: il titolo del film di Zhang Yimou può ben esprimere l’obiettivo di Cinema Digitaal, l’iniziativa avviata nei Paesi Bassi per consentire la migrazione digitale a tutti gli schermi della nazione, sulla base di un mix di risorse: fondi propri degli esercenti, VPF e finanziamento pubblico. L’ha presentata al corso DigiTraining Plus Ron Sterk, Direttore di NVB, l’organizzazione che rappresenta gli esercenti olandesi.
Nello stesso spirito di Cinema Digitaal, ma con condizioni di partenza e modalità di funzionamento diverse, si colloca la Digital Funding Partnership, promossa da CEA, l’associazione degli esercenti inglesi. Sebbene il Regno Unito sia infatti stato un pioniere della digitalizzazione grazie all’intervento pubblico e diversi grandi gruppi abbiano di recente scelto un loro cammino verso le nuove tecnologie – fattori che hanno portato i proiettori digitali a quota 1.408 - sono ancora molti gli esercenti indipendenti che non hanno partecipato alla transizione.
DFP è stata creata per rispondere alle loro esigenze e gestire collettivamente la svolta tecnologica. Questo significa negoziare il VPF per tutti i soci (400 schermi in 130 cinema, commerciali e d’essai, appartenenti a circa 100 esercenti diversi) e ridurre i rischi che potrebbero minacciare le sale che non raggiungessero la quota minima di uscite di nuovi film prevista per accedere al finanziamento (circa 16 l’anno).
L’obiettivo di DPF è che circa il 75%- 80% dei costi della digitalizzazione sia coperto dal VPF, con la restante parte a carico degli esercenti. Il sistema britannico – a differenza di quello olandese - non si avvale infatti di nessuna risorsa pubblica. “Quello che abbiamo fatto nel Regno Unito può essere un punto di riferimento anche per altri paesi. Il VPF non è un sistema perfetto, ma sicuramente il migliore tra quelli possibili”. Questo è il commento di Steve Perrin, che dirige la Digital Funding Partnership per conto della CEA.
Che la migrazione al digitale sia non più una possibilità, ma una realtà irreversibile è emerso anche dall’intervento di John Fithian, Presidente di Nato, l’associazione che riunisce gli esercenti statunitensi. “La possibilità di beneficiare del VPF non durerà per sempre: consiglio quindi di non rimandare la decisione”.

 
(cliccare qui per vedere il programma del corso)
 

 
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