Reg. Trib. Milano n. 418 del 02.07.2007
Direttore responsabile: Elisabetta Brunella

 
 
 
  Edizione italiana N. 33 - anno 3 - 11 aprile 2008

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La seconda giornata del corso "DigiTraining Plus 2008: European Cinemas Experiencing New Technologies", iniziato il 9 aprile a Londra, è stata principalmente dedicata alla conoscenza del modello di sviluppo della proiezione digitale basato sul finanziamento pubblico gestito dallo UK Film Council, con risorse provenienti dalla lotteria nazionale.
Sono oggi circa 240 gli schermi che, su tutto il territorio britannico, sono stati equipaggiati con proiettori con tecnologia DLP Cinema, e relativi server, grazie all'intervento dello UK Film Council cha ha coperto i costi delle attrezzature.
I partecipanti del corso hanno visitato due dei cinema che aderiscono al Digital Screen Network a Londra: il Curzon Soho e l’ICA – Institute of Contemporary Arts, dove sono state ospitate le sessioni condotte da Alex Stolz, in rappresentanza dello UK Film Council e da Fiona Deans, di Arts Alliance Media, l’organizzazione che si è occupata dell’installazione dei sistemi digitali.
Ma l’intervento pubblico britannico non si è limitato all’esercizio: ha toccato anche la distribuzione, con l’intento di creare le condizioni effettive per la diversificazione dell’offerta, attraverso l’aumento, per esempio, dei film in lingua straniera e di interesse culturale.
A confermare l’efficacia di questo intervento sono state Anna Godas, di Dogwoof Pictures, e Sara Frain, di Metrodome, società di distribuzione che hanno utilizzato il “fast track”, la via preferenziale per accedere ai contributi dello UK Film Council per agevolare la distribuzione digitale.
Significativo il caso de “Il Falsario” – l’Oscar 2008 nella categoria Film Straniero – che, acquisito da Metrodome a Berlino 2007, grazie a circa cinquanta copie di cui poco meno della metà digitali, ha toccato 320 cinema britannici.
La distribuzione digitale aiuta i film “specializzati” ad arrivare ad un maggior numero di spettatori, non solo nelle metropoli, ma anche nelle piccole e medie città.
E poi, come ha affermato Anna Godas, aiuta “a pensare in digitale” e a entrare, come ha confermato Sara Frain, in una nuova prospettiva, quella di una programmazione più flessibile e dinamica, maggiormente attenta alle esigenze di spettatori con caratteristiche e interessi diversi.

(cliccare qui per vedere il programma del corso)
 
 
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