L’accordo Apple – Fox non preoccupa l’esercizio USA


L’accordo tra Apple e Fox, trapelato alla fine di dicembre e comunicato ufficialmente in occasione di MacWorld a metà gennaio, non sembra impensierire gli esercenti statunitensi. Quello del noleggio di film online si presenta negli States come uno scenario piuttosto “mobile” dove per un importante soggetto che va - Wal-Mart - ce n’è uno nuovo che arriva. “Noi esercenti non siamo preoccupati del fatto che la trattativa tra Fox e Apple sia giunta in porto” - ci conferma Patrick Corcoran, Director of Media & Research di Nato, l’associazione di categoria statunitense - “perché non ci sono segni che questo accordo metta a rischio la prassi che ha sinora garantito alle sale un periodo di sfruttamento del film in esclusiva. Semplicemente entra un nuovo attore nel mercato del video on demand”. Negli Stati Uniti non esistono windows ufficiali, né nate da accordi intercategoriali né tantomeno fissate per legge. L’intervallo tra l’uscita in sala e quella successiva, che attualmente dura in media 4 mesi, è il portato di quello che John Fithian, presidente di Nato, definisce “un modello di business che ha funzionato e che funziona bene, dove per bene si intende nell’interesse di tutta la filiera, compresi gli autori.” A queste regole del gioco sembra essersi allineato anche Steve Jobs che, nell’attesissimo keynote speech di MacWorld 2008, ha specificato che il nuovo servizio iTunes Movie Rentals consentirà di scaricare e vedere sul proprio computer, ma anche sull’iPod o sull’iPhone, i film che siano già stati disponibili in DVD da 30 giorni. Un’altra “clausola” a salvaguardia delle caratteristiche distintive del DVD è la regola del 30/24: chi scarica un film da iTunes ha trenta giorni per iniziare a vederlo, ma, una volta cominciata la visione, le immagini svaniscono nel giro di 24 ore. Proprio per questo Steve Jobs, che pure ha pensato a chi il film lo voglia vedere su uno schermo più grande e magari in compagnia, inventandosi anche un sistema per scaricare i film direttamente sulla tv (ovviamente Apple TV) senza passare dal computer, è accusato di aver proposto una formula poco “user friendly”. Per questo c’è chi spera che presto la regola del 30/24 passi a 30/48 o anche 30/72. Peraltro al patron di Apple non sfuggirà che, se vuole fare affari con Fox e gli altri studios con cui le trattative sono in corso, dovrà misurarsi con il collaudato “business model” che veglia sull’equilibrio tra gli interessi dei vari soggetti – vecchi e nuovi - che dall’industria cinematografica traggono profitto.

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