WOMEN
IN DIGITAL CINEMA
Silvana Molino
Microcinema, Italia
Microcinema
nasce nel 1997 per iniziativa di cinque soci fondatori e con il supporto
tecnologico del Centro di Ricerca RAI di Torino per studiare e promuovere
lo sviluppo del cinema digitale in Italia.
Oggi Microcinema è una realtà che gestisce contenuti per
il cinema in aree che non sono attualmente servite quanto a strutture
e prodotti.
Microcinema offre anche, attraverso la tecnologia digitale e la trasmissione
con satellite bidirezionale, nuovi servizi come eventi live,
sistemi di controllo e manutenzione a distanza. Inoltre permette la fatturazione
automatica dei diritti d’autore collegata alla riscossione dei biglietti,
ma soprattutto trasforma il cinema in qualcosa di più flessibile,
utilizzabile, aperto e vicino ai veri bisogni dei fruitori (esercenti
e spettatori).
Silvana Molino è nata nel 1974 a Torino, su iniziativa di una coppia
di ottimi genitori e il supporto logistico di due fantastici fratelli.
Oggi è direttore finanziario di Microcinema e responsabile delle
relazioni con i cinema.
Microcinema e Silvana si sono incontrati a dicembre del 2003: in un inverno
molto freddo fu amore a prima vista!
Da quel momento, la storia è stata un crescendo che a partire da
un'unica nota è diventato sinfonia, aria lirica, il suono dell’opera
che da Pordenone a Bari ha attraversato lo Stivale il 20 aprile del 2007
con la connessione satellitare che Microcinema ha realizzato come primo
circuito di cinema che usa il sistema digitale bidirezionale.
“Personalmente, ho colto la sfida di dimostrare che la gestione del cinema
digitale è possibile ed economica se compresa in una rete: la proiezione
digitale si presenta come l’unica scelta per i piccoli e medi esercenti
ed è l’unica opportunità per far circolare i contenuti indipendenti
di un certo interesse attraverso l’Europa e il mondo.
Quando ho iniziato a studiare il sistema, il mercato e il settore, ho
immediatamente capito di essere di fronte ad un cambiamento epocale ed
ho vissuto come sfida personale quella di trovare un modo per trasformare
questa magia in realtà: i piccoli esercenti avevano bisogno di
una soluzione per la scarsità di film in 35mm e per gli alti costi
di gestione. In quest’ottica ho messo a punto un piano economico che,
partendo dal bilancio del singolo cinema, individuasse una soluzione basata
sul concetto di rete, funzionale ed economicamente sostenibile.
E così è stato. La definizione del modello economico è
avanzata e ha permesso alla società di trovare nuovi partners,
per raccogliere i fondi necessari e costituire un team tecnico e manageriale
molto coinvolto e motivato.
Oggi Microcinema rappresenta la concreta dimostrazione che il cinema digitale
è possibile e che la proiezione digitale è economicamente
sostenibile. In qualità di dirigente finanziario sono certa che
il cinema digitale via satellite abbia bisogno dell’utilizzo di una rete
come prima soluzione; sono anche sicura del fatto che la proiezione digitale
non necessita di proiettori 2K troppo costosi ma di buoni contenuti (il
che significa buone storie) proiettate interamente in HD, in spazi ben
allestiti a livello di schermi, poltrone, sistemi audio, e non soltanto
di impianti di proiezione.
Come responsabile delle relazioni con i cinema, capisco che il vero interesse
degli esercenti è la flessibilità dei loro investimenti
e immobili, e la possibilità di aumentare il loro repertorio inserendo
altri contenuti, non strettamente legati ai film, come per esempio documentari,
concerti, opera, teatro, apprendimento a distanza, convegni, collaborazioni
tra sale per la condivisione di contenuti dei teatri e cineteatri appartenenti
al circuito e proiezione di materiale di produzione propria o di interesse
locale.
La mia avventura nel digitale cresce insieme a me, come una sfida che
vivo giorno per giorno in una duplice dimensione: da una parte come donna
in un settore prevalentemente maschile, dall’altra come manager in un
campo innovativo, difficile, interessante e pieno di possibilità.
Penso che un domani mio figlio potrà dire: “Mia mamma credeva e
lavorava sodo per una rivoluzione che oggi mi permette di avere questo
tipo di cinema e questo tipo di contenuti, in un posto vicino a casa mia
in cui imparo, sogno e trascorro del tempo con i miei amici.”
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