Edizione italiana N. 20 - anno 2 - 30 Marzo 2007 *** |
Forte di oltre 50 schermi digitali,
Odeon è la catena cinematografica britannica – di recente
entrata nella galassia multinazionale Odeon UCI – che ha lanciato
un ampio programma di sperimentazione delle nuove tecnologie applicate
alla proiezione. Ne hanno parlato ai partecipanti di “DigiTraining
Plus: New Technologies for European Cinemas”, il corso organizzato
da MEDIA Salles, che si sta svolgendo in questi giorni presso la sede
di Barco a Kuurne (Belgio), Drew Kaza e Gerald
Buckle, rispettivamente Direttore e Responsabile dello Sviluppo
Digitale di Odeon. Cuore dell’iniziativa è la scelta “100%
digitale” fatta per due siti di nove schermi ciascuno. Per sperimentare
la tecnologia, Odeon ha adottato, per ogni complesso, proiettori e server
di marche differenti (Nec e Kodak nel caso di Hatfield, Cinemeccanica
e Doremi per Surrey Quays), mentre, per “rifornire” gli
schermi di contenuti digitali, ha avviato accordi con studios e distributori
attivi a livello internazionale come Fox, Paramount, Universal, Sony,
Lionsgate e Pathé. L’approccio di Odeon va, però,
oltre l’obiettivo di acquisire conoscenze e capacità da
spendere quando la transizione al digitale sarà un fenomeno diffuso.
Uno degli obiettivi della sua strategia è creare un’immagine
di marca per il cinema digitale, sfruttando da una parte il prestigio
di Odeon (società attiva nel Regno Unito dagli anni ’40)
e dall’altra il carattere innovativo della proiezione digitale.
Da questo nasce una campagna che comprende l’invenzione di un
nuovo nome per il complesso digitale (“Digiplex”) ed un
messaggio rivolto alla clientela che non vuole lasciare dubbi sulla
realtà dell’esperienza della nuova tecnologia: “il
cinema digitale è qui”. Ai partecipanti al corso, oltre
a fornire informazioni scaturite dall’esperienza (per esempio,
che il cinema 3-D esercita una grande attrattiva sui giovanissimi e
che, in questo caso, un prezzo del biglietto più alto del 20%
non scoraggia la frequenza), Buckle e Kaza hanno lanciato messaggi importanti
per il futuro del cinema digitale. Tra questi, la necessità di
trovare modelli di business che, pur in sintonia con il “Virtual
Print Fee”, di origine statunitense, possano essere utili anche
a chi non può contare sulla forza di un gruppo di grandi dimensioni:
come il “pay per play fee”, che sarebbe più adattabile
alle peculiarità del mercato europeo, caratterizzato da moltissime
società anche di piccole dimensioni. Oppure, l’importanza
di un coinvolgimento di produttori e distributori che contribuiscano
al successo – in tempi brevi – della transizione al digitale.
Tutto ciò “per evitare che l’avventura digitale,
invece di avvantaggiare l’industria, si trasformi in una perdita
secca a causa del perdurare del doppio sistema, digitale e 35mm”,
ha commentato Kaza. La presentazione di Odeon ha suscitato un vivo interesse
tra i partecipanti del corso, il cui atteggiamento può essere
riassunto dalle parole di Monica Törnblom, della
catena svedese Folket Hus och Parker, antesignana nell’adesione
alle nuove tecnologie: “il mio obiettivo per questo corso è
di prepararmi ad affrontare nuove sfide, ascoltare e apprendere tutte
le informazioni possibili dagli altri esercenti ed esperti, creare sinergie.
Ciò che mi sta a cuore è capire. Qual è stata l’esperienza
digitale negli ultimi anni? Che cosa possiamo chiederci e aspettarci
dal futuro?”.
MEDIA Salles, progetto che opera nell’ambito del Programma MEDIA dell’Unione Europea con il sostegno del Governo Italiano, incoraggia la distribuzione nei cinema di prodotti audiovisivi europei, sia attraverso iniziative che coinvolgono gli esercenti cinematografici europei, sia attraverso eventi intesi ad accrescere la visibilità delle produzioni europee tra gli operatori e il pubblico potenziale, creando canali di informazione specifici su scala mondiale. Le azioni attualmente sviluppate da MEDIA Salles si collocano in tre aree principali – formazione, promozione e informazione – integrandosi a vicenda. MEDIA Salles |