I cinema dell'Ucraina condividono i sentimenti della popolazione
di Elisabetta Brunella

Chi non è rimasto impressionato dalla determinazione con cui la popolazione ucraina ha affrontato la guerra portata nel suo territorio?
Chi non è rimasto colpito dagli sforzi che quel paese sta compiendo per cercare di mantenere una certa normalità nelle zone meno esposte al conflitto o per tentare di ristabilire i ritmi della quotidianità dove le armi stanno tacendo?

Anche le sale cinematografiche partecipano a questo enorme sforzo collettivo.
Dopo un breve periodo di interruzione delle proiezioni, nei giorni successivi al 24 febbraio, i più importanti circuiti nazionali hanno ripreso l'attività.
A metà marzo, Multiplex ha riaperto i complessi di Lviv, Khmelnytskyi, Lutsk e Odessa, quindi, un po' più tardi quelli di Dnipro, Kryvyi Rih, Cherkasy, il 14 aprile quello di Kyiv.
Planeta Kino ha annunciato la ripartenza delle attività il 14 aprile, nelle principali città (con almeno un milione di abitanti).
Anche Cinecity ha riaperto due dei suoi tre complessi. Quello di Kyiv è ancora chiuso.

Condizione indispensabile per la riapertura delle sale è la presenza di un parcheggio sotterraneo in cui gli spettatori si possano rifugiare in caso di allarme per i bombardamenti.
Nella zona di Kharkiv, a causa dei combattimenti e dei bombardamenti ancora in corso, ogni attività delle sale cinematografiche è sospesa.

Resta tuttora sconosciuto il numero dei cinema danneggiati o distrutti dalle operazioni militari.
Parte dei proventi vengono destinati dalle sale alle forze armate ucraine.
Con questa decisione i cinema dell'Ucraina confermano la vicinanza ai loro soldati, come fanno da anni, in particolare in seguito ai conflitti scoppiati nel 2014 nella zona orientale del Paese.

Le foto qui accanto sono state scattata a Lviv, al cinema Kinopalace, nel luglio del 2017 - quando nei paesi occidentali poco si parlava del conflitto in corso.
Le immagini che giungevano dal fronte, esposte nel foyer del cinema, mostrano come già allora le sale intendessero condividere il sentimento nazionale verso le forze armate.


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