UK: Come vi sentite di fronte alla chiusura dei cinema durante la pandemia?
di Angelica Riva

Mentre continua lo straordinario impegno per la vaccinazione di massa, che ha ormai coinvolto 20 milioni di cittadini, il Regno Unito si appresta a definire un programma di ritorno alla "normalità". Una vita fatta di attività che fino a dodici mesi fa sembravano talmente quotidiane da apparire trascurabili e di cui oggi si sente acutamente la mancanza. Tra queste spicca l'andare al cinema, vedere i film sul grande schermo.

Il Guardian, già all'avvio del secondo lockdown, aveva dato voce ai suoi lettori / spettatori. Non manca chi pensano che la fruizione cinematografica non tornerà più ad essere "quella di una volta", ma prevalgono coloro che sottolineano come l'esperienza cinematografica collettiva continuerà ad essere insostituibile, soprattutto per la capacità di soddisfare esigenze che vanno al di là della pura visione di un film.

Il Guardian, nella sezione dedicata alla cultura, dopo aver indagato l'opinione degli Inglesi sull'impossibilità di vedere un film sul grande schermo e sulla loro intenzione di tornare o meno in sala, ha pubblicato, il 13 ottobre scorso, una selezione delle risposte.

"Cinema brings hope in a way laptops cannot"

"If cinema doesn't survive, the Tories will have shattered a diamond of culture"

"I'm isolated, autistic, under pressure, and was relying on the local Picturehouse to keep me sane"

"I like sliding down in my seat in fear and that doesn't happen when I'm distracted by the dog"

"Precautions have changed the experience into something that's harder work"

"We were an audience of two. Weird, and sad"

"We'll probably never return to the city centre in the evening again"

"When the new James Bond finally opens cinemagoers should boycott it"

"Reopened cinemas felt like classical music concerts during wartime"

"Cineworld was my lifeline for four years"

"Without cinemas there will be no film industry."

Per la maggior parte dei lettori, il fatto di andare al cinema rappresenta tuttora molto di più di un semplice passatempo. Le sale offrono infatti la possibilità di prendere respiro dalla quotidianità, rifugiandosi fra quattro pareti buie e concentrando lo sguardo su un unico grande schermo che trasporta in un'altra realtà, cosa che non avviene se il film lo si guarda online dal proprio salotto di casa. Molti hanno criticato la scelta del Governo perché pensano che il cinema sia anche la culla della cultura, di gioie, emozioni e paure da condividere nell'atmosfera di una sala affollata, e temono che le restrizioni possano inguaribilmente cancellare tutto questo.

Tra i pensieri raccolti e resi pubblici dal quotidiano se ne leggono anche altri in contrasto con quanto affermato fino a qui, di coloro che condividono le restrizioni o addirittura ritengono che la temporanea chiusura delle sale preluda ad una rivoluzione nella fruizione dei film.

"I'd feel awful if my parents died because I just had to see Tenet"

"I'm not sure there is a great future for cinemas, pandemic or not"

Si tratta fortunatamente di una debole minoranza, mentre la gran parte degli Inglesi, di ogni età e stato sociale, sembra impaziente di poter tornare a fare la fila davanti al botteghino di Cineworld, Odeon o di qualsiasi altro piccolo ma prezioso cinema locale.


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