Antonella Di Nocera
Founder of Parallelo 41 Produzioni, Naples, Italy

Il cinema, il digitale ed io

C’è un istante che ha dato inizio al mio amore per il cinema: una folgorazione tra me e lo schermo, guardando Il cielo sopra Berlino. Da allora è passato tanto tempo, attraversato vivendo con il cinema, sempre.

Andare al cinema, studiare cinema, far vedere il cinema, insegnare cinema, fare cinema: da quel capogiro a 16 anni nella galleria di una grande sala cinematografica di Trieste, fino all’ostinazione ormai quotidiana di perseguire quel nesso tra educazione, cinema e cultura.

Rispondo alla domanda su quale sia il cambiamento più importante di questo tempo che ha influenzato le trasformazioni del settore e anche la mia vita professionale e personale: è indubbio che è stata la rivoluzione del digitale ad aprire nuove straordinarie strade ed opportunità.


Modi di pensare e fare il cinema con una libertà nuova, potente: quella di poter produrre a partire dai desideri e dalle urgenze senza porsi il problema della grande macchina del cinema, come tutti la conosciamo. 

Dunque, il racconto, al centro. E poi, per me in particolare, il cinema del reale. Un incontro che ha reso quella prima folgorazione non più una fiamma, ma un fuoco.

Le azioni cinematografiche digitali non hanno limiti e non hanno confini: niente di più immediato per agire localmente e pensare globalmente.

Nascendo e vivendo in periferia, sono abituata ad uno sguardo trasversale ed il centro non è il perno della visione come solitamente accade. Il fare digitale, per la leggerezza che ha consentito, per tecnologie e lavoro di insieme, nella produzione dei documentari ha dato parola alle esperienze giovanili, rendendo possibili nuove estetiche e nuovi approcci.

Se guardo ai film che ho prodotto in questi anni, posso in modo significativo affermare che il digitale ha dato anche voce a persone e storie di realtà che non sarebbero state mai raccontate.

Alla produzione, che spesso trova forme di finanziamento pubblico e faticosamente si porta a conclusione, non corrisponde una diffusione e commercializzazione dei prodotti, che fanno fatica a trovare un mercato. E quindi sarebbe auspicabile, come questi tempi di pandemia hanno dimostrato, una rivoluzione - da cui siamo purtroppo lontani - dei canali di distribuzione digitale in senso veramente democratico e non soggetto ai dettami ed alle regole dell’esistente mainstream approach.

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