ALL DIFFERENT ALL DIGITAL

Questa rubrica ospita ritratti di cinema d'Europa e del resto del mondo assai diversi tra loro, ma accomunati dal fatto di aver adottato la proiezione digitale.

Anche in questo numero la rubrica ALL DIFFERENT ALL DIGITAL è dedicata alla capitale tedesca: dopo i cinema che ospitano le proiezioni della Berlinale ed un focus sul Kino International, è ora la volta di una panoramica sui Kiez Kinos, i cinema di prossimità  che caratterizzano diversi quartieri di Berlino.

Kilometro Zero: Kiez Kinos a Berlino
di Patricia Hampton

Chiariamolo subito: questa non è un'indagine sistematica, ma un testo personale, di impressioni, su un particolare aspetto dell'esperienza cinematografica a Berlino. Si tratta dei Kiez Kinos cioè dei cinema di quartiere. Quartiere è la parola chiave: i Kiez Kinos sono solitamente dei monoschermi, con massimo 100 posti (e spesso anche molti meno) che offrono una multiprogrammazione diversificata e indipendente, con titoli che si avvicendano a seconda delle ore e che si rivolgono ad un pubblico prevalentemente locale. Ci sono peraltro anche alcuni altri cinema indipendenti un po' più grandi che ritengono di appartenere a questa categoria.

L'area che esploriamo oggi è all'incirca quella di Kreuzberg / Neukoelln, dove c'è una vasta scelta di cinema, a cominciare dal grande complesso - stile popcorn e Coca Cola - Cineplex Neukoelln nel centro commerciale Arcaden (9 schermi, 2553 posti) fino al minuscolo Il Kino (52 posti), con la sua piccola enoteca dal cibo gradevole, all'angolo con la Nansenstrasse. Ma le possibilità sono molte e includono sia l'essenziale FSK Kreuzberg, due piccoli schermi d'essai indipendenti nell'Oranienplatz, in un edificio dallo stile industriale in vetro e acciaio, sia diversi multiplex commerciali. Il gigantesco Cineplex piace molto a mio nipote, che è un fan di Avengers e adora il popcorn, ma che non ha probabilmente dimenticato il suo battesimo col grande schermo avvenuto, quando aveva cinque anni, in un piccolo cinema, giusto a due passi, chiamato Sputnik Kino, al quinto ed ultimo piano sul retro di un grande condominio vicino a Suedstern. Qui abbiamo visto un cartone animato realizzato benissimo, intitolato Zarafa, a proposito di una giraffa, e abbiamo chiacchierato con la famiglia accanto. Invece delle solite sedute c'erano vecchi divani e poltrone ed un piacevole piccolo bar con sculture  sparse qua e là, ricavate da lattine. Oggi lo Sputnik ha due piccole sale, una con 77 posti, l'altra con 20. Ed è sempre un Kiez Kino!
Questi sono i miei cinema preferiti, anche perché uno dei loro pregi è quello di mostrare film in lingua originale coi sottotitoli, ma non è tutto! Sono vicini a casa (esistono in quasi tutti i quartieri di Berlino) e quindi si può decidere di andarci anche all'ultimo minuto, senza bisogno di prendere i mezzi di trasporto. Sono informali ed accoglienti, offrono cibo e bevande - vino,  birra e piattini caldi - non standardizzati, di solito a prezzi ragionevoli e di onesta qualità. Alcuni servono pure il popcorn. L'arredamento non solo è caldo, personale e creativo, ma invita a socializzare con gli altri spettatori, facendo della visione di un film un'esperienza da condividere. La maggior parte di questi cinema fanno proiezioni per quasi tutta la giornata e l'offerta è varia ed interessante, arrivando ad includere opere tematiche, film d'essai o i cosiddetti cross-over. Ci sono rassegne e piccoli festival e viene dato spazio ai cineasti locali. Oltre al Kino e allo Sputnik, un altro cinema locale che ha tutti questi pregi è il Wolf Kino. Lì una sera ho visto un successo popolare come La Favorita, ma ci sono anche matinées per mamme coi bebè e opportunità di vedere film d'essai e indipendenti. Un altro indirizzo consigliabile è il Moviemento (direi una novantina di posti nel - forse - più vecchio cinema di Berlino) nella Kottbusser Strasse: offre una programmazione originale e diversificata, proponendo film non solo per bambini ed adulti, ma anche per preadolescenti. C'è poi il Neues Off nella Hermannplatz, con 187 posti: un delizioso piccolo cinema che ha iniziato la sua attività negli anni Venti ed è stato rinnovato in stile anni Cinquanta quando è entrato a far parte del Gruppo Yorck nel 1979. Più piccolo e collocato un po' oltre a Friedrichshain è il b-ware Ladenkino, dove mio nipote, arrivato a 8 anni, andò a vedere il primo film coi suoi coetanei, come regalo di compleanno.
Molti dei cinema più piccoli hanno adottato strategie creative per rimanere a galla, dalla programmazione a tutte le ore del giorno con titoli mirati per pubblici diversi a bar invitanti fino a vouchers per offerte speciali. Alcuni vendono prodotti col loro marchio, dalle T-shirts alle tutine per bambini e alle borse per la spesa, a cui si aggiungono libri e DVD di film meno noti. Per chi non bada a spese e subisce il fascino del design, Wolf Kino vende addirittura un posto personalizzato: la tradizionale poltrona di legno e velluto rosso con apposita targhetta. Mentre scrivo, come i loro colleghi in altri paesi, questi cinema sono chiusi come misura precauzionale contro l'epidemia da Covid 19. Non si può non chiedersi se riusciranno a riaprire e continuare l'attività, visto che mantenere il distanziamento sociale significherà poter vendere meno posti. Alcuni stanno già lottando per la sopravvivenza: il Moviemento, per esempio, visto che l'edificio in cui si trova sta per essere venduto come risultato della gentrificazione di Neukoelln / Kreuzberg. Ma fanno del loro meglio: Il Kino propone cibo e birra da portarsi a casa insieme con un poster ... Si va verso il crowd-funding.
"Piccolo e locale", o - per dirla in un altro modo - a chilometro zero, è sempre più una formula per reagire agli aspetti negativi della globalizzazione e le sale di quartiere ne sono un esempio pratico. La mia impressione è che la loro lotta sia molto dura perché sono nate non solo per uno scopo commerciale, ma dalla passione per il cinema. La qualità prima della quantità. Direi che per questo e per il loro ruolo sociale e comunitario che svolgono meritano sostegno. Letteralmente, cinema "dalla culla alla bara".

 

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