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Abbiamo dato inizio ad una nuova rubrica che dà la parola a chi con i contenuti aggiuntivi lavora da tempo ed ha acquisito sul campo un'esperienza che pensiamo valga la pena di fare conoscere a livello internazionale.
 

Massimo Salasnich, Vice Presidente e Programmer, Piccolo Teatro, Padova

- A che tipo di pubblico vi rivolgete con i contenuti aggiuntivi?

Massimo SalasnichL'opera lirica è il nostro fiore all'occhiello: ci siamo stabilizzati su una media altissima che si aggira intorno ai 200 spettatori per rappresentazione e che qualche anno fa era ancora più elevata. Prevale il pubblico anziano, di pensionati o comunque di persone di età superiore ai 60 anni. Per il balletto si aggiungono anche giovani, soprattutto ballerini e allievi di scuole di danza. Per i documentari di arte il pubblico è più eterogeneo e la media dell'età si abbassa.

- Sappiamo che proponete una varietà di contenuti aggiuntivi (opera, balletto, teatro, musica pop, documentari d’arte): quale incontra maggior successo?

La nostra sala è poliedrica ed è anche un teatro vero e proprio, in cui vengono proposti spettacoli dal vivo messi in scena da compagnie sia locali sia nazionali. 
Anche per questo non vengono trasmessi contenuti teatrali sul grande schermo, sebbene tra quelli distribuiti in Italia ve ne siano di grande qualità e prestigio (il Royal National Theatre di Londra, per esempio). Il genere di maggior successo è l'opera lirica, che ci ha visto salire agli onori delle cronache nazionali per il numero - insperato, in origine - di seguaci.

- Il prezzo del biglietto per i contenuti aggiuntivi è più alto di quello dei film?

Il prezzo per lirica e balletto (e film-evento) è di prima visione (12-11-10 euro), e quindi più alto rispetto ai film, che la sala propone in seconda visione (a 6-5-4 euro). Per i documentari di arte, proposti in seconda visione, il prezzo è comunque più elevato (9-8 euro) che per i film.
Per la lirica è prevista la possibilità di abbonamento, con un prezzo calcolato sull'importo più basso del biglietto, moltiplicato per il numero delle opere, con la garanzia di avere sempre lo stesso posto.

- Qual è stata la proposta di maggior successo della stagione 2018/2019?

Nel 2018/2019, come negli altri anni, è stata la diretta della "prima" della Scala a vincere la palma della proiezione più seguita. Nel 2017 per l’Andrea Chénier gli spettatori sono stati 335, nel 2018 per Attila 295, una cifra raggiunta anche dal balletto Romeo e Giulietta con Roberto Bolle. 
Abbiamo programmato pure nel 2019 la "prima": anche la Tosca è stato un altro grande successo, record con 363 spettatori ovvero tutto esaurito. E la stagione è proseguita bene anche con Bohème dalla ROH in gennaio 2020 con 249 presenze.
Nel 2017/2018 furono programmate 16 opere (Metropolitan, ROH, Opéra de Paris, Scala, Bayerische Staatsoper) e 2 balletti (Scala e ROH). Nel 2018/2019 13 opere (ROH, Opéra de Paris, Scala, Teatro Real di Madrid) e 2 balletti (Scala e ROH). Ugualmente nel 2019/2020 saranno 13 le opere e 2 i balletti.
Quanto ai documentari di arte, sono stati 7 nel 2017/2018 e 9 nel 2018/2019, essendo intervenuto anche un altro distributore sul mercato, da cui attingere titoli. 
Nel 2017/2018 il maggior numero di spettatori per i contenuti aggiuntivi si è raggiunto con Loving Vincent (594), pur se su tre differenti giornate di proiezione. 
Anche il concerto Queen Live da Wembley ha fatto bene (201) sebbene si trattasse di musica rock, un genere diverso da quello preferito dal nostro pubblico più affezionato.

- Ritiene che il mercato dei contenuti aggiuntivi in Italia abbia prospettive di sviluppo nell’immediato futuro?

Sì, e soprattutto si può ancora sviluppare nelle località più piccole. Maggiormente, dai dati che ho potuto leggere, al centro-sud.

- Può immaginare iniziative che diano maggior visibilità ai contenuti aggiuntivi in Italia?

Sicuramente vorremmo incontri o convegni di settore per esercenti e distributori focalizzati sui contenuti aggiuntivi nonché maggiori informazioni veicolate anche dagli organismi istituzionali, dato che talvolta si viene a "scoprire" l'esistenza di qualche nuovo distributore solamente cercando nella rete, in siti stranieri, senza che nessuno prima lo abbia reso noto.

 
Per saperne di più e per conoscere le attività promosse dal Piccolo anche in questi mesi di chiusura, cliccate qui

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Questa intervista è stata realizzata prima della chiusura del Piccolo Teatro di Padova, avvenuta il 23 febbraio,
come parte delle misure di contrasto dell'epidemia di Covid 19.

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