Un 2019 eccezionale per le sale cinematografiche europee:

un miliardo e 343 milioni di spettatori, con un incremento del 4,1%

Sono 39 i territori europei di cui MEDIA Salles è in grado di comunicare i dati sugli spettatori in sala nell'anno appena trascorso: 1.343 milioni, da confrontare con i 1.290 del 2018, con un incremento del 4,1%.
L'aumento riguarda sia l'Europa Occidentale (+5,3%) - che cresce più della media - sia l'Europa Centro-Orientale e il Bacino del Mediterraneo (+1,8%). Quest'area del Continente, dopo un lieve ed isolato calo nel 2018, mette a segno un altro risultato positivo in una pluriennale catena di successi. Se si guarda invece ai 28 paesi dell'Unione Europea, la crescita è del 5,1%.
Anche nel 2019 non sono mancati i paesi in controtendenza e territori che hanno registrato un rialzo ben al disopra della media.

I sei mercati principali

Il primato per numero di biglietti venduti va nel 2019 alla Russia che, con 217,6 milioni (+7,6%), supera - come era avvenuto per la prima volta nel 2017 - il mercato storicamente più forte d'Europa, cioè la Francia. Peraltro anche qui si registra un risultato da record: 213,3 milioni di spettatori (+6,1%). Si tratta della seconda miglior performance nell'ultimo mezzo secolo: solo il 2011 era riuscito a far meglio con 217,2 milioni di spettatori.
Segno più anche per i territori che rappresentano rispettivamente il quarto, quinto e sesto mercato più importante per numero di biglietti venduti: la Germania cresce del 12,6% attestandosi a 118,6 milioni di spettatori, l'Italia - secondo le stime elaborate da MEDIA Salles per gli schermi con almeno 60 giorni di attività annuali - sale a 104,5 milioni (+13,6%), mentre la Spagna beneficia di un incremento che, seppur contenuto (+3,9%), le consente di tornare a superare la soglia dei 100 milioni di spettatori che aveva raggiunto per l'ultima volta nel 2016.
Sostanziale stabilità per il terzo mercato europeo, cioè il Regno Unito che - secondo le stime disponibili che parlano di 176 milioni di spettatori - limerebbe dello 0,6% il risultato straordinario del 2018, che le aveva fatto uguagliare i fasti degli anni Settanta.

Europa Occidentale

L'andamento positivo caratterizza la maggior parte dei mercati dell'Europa Occidentale. Più della media crescono i Paesi Bassi (+6,5%), che aggiungono un altro successo ad una lunga serie positiva e si portano a oltre 38 milioni di presenze, più che raddoppiando gli spettatori degli anni Novanta. Crescite molto lusinghiere in Lussemburgo (+8,7%), Austria (+5,9%), Svizzera (+5,6%), Portogallo (+5,1%). Aumenti sostanzialmente in linea con l'insieme dell'Europa per il Belgio (+4% secondo le stime più attendibili) e per la Finlandia (+3,8%). è questo il paese del Nord Europa che ottiene nel 2019 il risultato più positivo, seguito dalla Danimarca che cresce dell'1,8% mantenendosi sopra la soglia dei 13 milioni di biglietti venduti. La Grecia cresce del 2,3%, sfiorando i 10 milioni di presenze. In controtendenza risultano invece la Svezia, che soffre del terzo calo consecutivo (-2,8%), la Norvegia, che, dopo un buon 2018 che le aveva fruttato oltre 12 milioni di spettatori, arretra del 6,8%, e l'Islanda, dove i primi dati disponibili parlano di un decremento del -12,3% rispetto all'anno precedente decisamente positivo. Scendono, per il secondo anno consecutivo, gli spettatori dell'Irlanda (-4,2%), territorio che vanta comunque una frequenza pro capite tra le più elevate d'Europa (circa 3 biglietti l'anno per abitante).

Europa Centro-Orientale e Bacino del Mediterraneo

In quest'area dell'Europa - in cui la Russia, di cui si è già parlato, cresce del 7,6% - si registrano andamenti nettamente difformi. Un tasso di crescita decisamente elevato (+12,1%) è quello della Repubblica Ceca, dove gli spettatori oltrepassano la quota dei 18 milioni raddoppiando il livello dei primi anni Duemila. Il 2019 è stato un anno molto favorevole anche per la vicina Slovacchia, che torna ad abbondantemente superare la soglia dei sei milioni di spettatori (+9,5%). Incrementi ben al di sopra della media si registrano pure in Bosnia Erzegovina (+10,8%), a Cipro (+8,7%), in Lettonia (+7,9%), in Montenegro (+7,7%), Repubblica Serba (+6,9%), Croazia (+6,6%) e Georgia (+4,7%), Più contenuta è invece la crescita in Bulgaria (+2,4%) e in Polonia (+2,0%). In questo paese si tratta però di un ulteriore incremento in una serie ininterrotta iniziata nel 2014. Nel 2019, inoltre, la Polonia è arrivata a più di 60 milioni di spettatori raddoppiandone la cifra rispetto ai primi anni Duemila. L'Estonia, con 3,7 milioni di biglietti venduti, migliora il suo risultato del 2018 dell'1,5% e arriva a guadagnare nel giro di sei anni oltre un milione di spettatori.
Questi territori, insieme con la Russia, ottengono complessivamente circa 20 milioni di spettatori in più rispetto all'anno precedente. Non mancano però paesi in controtendenza, che nel complesso perdono oltre 12 milioni di biglietti. Si tratta innanzitutto della Turchia che, dopo due annate sopra i 70 milioni di spettatori, soffre di un decremento del 15,7% che l'arresta a quota 59 milioni. Vengono poi la Slovenia (-9,4%), Malta e l'Ungheria, mercati per cui le stime parlano di un calo rispettivamente del 5% e del 3%, la Lituania, (-2,9%), ed infine la Romania e l'Ucraina, con limature rispettivamente dell'1,6% e dell'1,1%.

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