Tutti diversi, tutti digitali

Questa rubrica ospita ritratti di cinema d'Europa e del resto del mondo assai diversi tra loro, ma accomunati dal fatto di aver adottato la proiezione digitale.

 

Paese
Cinema
Città
No. di schermi
Proiettorre
Germania
Bambi
Düsseldorf
2
Christie

Bambi
di Elisabetta Brunella

Mancano alcuni minuti alle 17 del 10 agosto. Anche qui a Düsseldorf si fa sentire l'ondata di caldo che caratterizza l'estate 2018 a tutte le latitudini europee. Non me l'aspettavo, ma c'è la coda: sono gli spettatori, perlopiü coi capelli sale e pepe, che vogliono vedere il documentario di Wim Wenders su Papa Francesco. Lo proietta il Bambi, un cinema particolarmente amato dal pubblico della terza età per l’assenza di scalini e per la facilità di accesso, ma anche per il sistema di voice over, che evita la fatica della lettura dei sottotitoli. E così, in un assolato pomeriggio, si riempie la sala Bambi, cioè quella grande, con 135 posti, caratterizzata da un soffitto in legno e una boiserie alle pareti che risalgono agli anni Sessanta, come il sontuoso lampadario centrale, accompagnato da appliques sulle pareti che fanno pendant. In metallo, su disegno: sono tutta un’altra cosa rispetto agli arredi di serie dei cinema di oggi, ma con le regolamentazioni attuali sui materiali sarebbero vietati. Look da modernariato, ma tecnologia all’avanguardia: la Bambi e la sala piü piccola - 75 posti, appena rinnovata, chiamata Bambino - sono entrambe dotate di proiettori digitali. Stephan, il direttore del cinema, che ha cominciato a lavorare come proiezionista all’era del 35 mm, della tecnologia digitale elogia qualità ed efficienza, ma rimpiange il contatto fisico con la pellicola, il fatto che mentre si lavorava in cabina si stabilisse giorno per giorno una familiarità col film maneggiando le "pizze" e lo si venisse a scoprire quasi inconsapevolmente. Oggi preme un bottone e la proiezione parte: se vuole vedere il film, si deve sedere in sala come uno spettatore qualunque.
Kalle arriva in bici all’appuntamento. È uno dei titolari della società che possiede in totale sei mete di riferimento per il cinema di qualità a Düsseldorf. Se il Bambi sorge in quello che qui tutti chiamano il quartiere giapponese (Düsseldorf è la città al di fuori dell’Impero del Sol Levante col maggior numero di residenti giapponesi), il Cinema si trova nel cuore dell’Altstadt - la Città vecchia, circondato dalla miriade di ristoranti coi tavoli all’aperto che generano una vorticosa quanto inaspettata movida sulla riva del Reno. Vengono poi l’Atelier, nel centro della Città, nei pressi della Stazione, caratterizzato da una programmazione che include film 3D e contenuti aggiuntivi a carattere culturale, come le opere del Metropolitan (una proposta che di nuovo vede in coda - all’inizio della stagione - il pubblico della terza età che si alza di buon’ora per accaparrarsi l’abbonamento) e il Metropol, situato nella zona dell’Università e quindi meta di molti studenti. Il Souterrain si rivolge invece agli spettatori di Oberkassel, l’elegante quartiere residenziale sull’altra sponda del Reno, proponendo 70 posti all’insegna del comfort e un’attenzione particolare ai documentari d’arte. Sono già annunciati per il 2019 titoli su Picasso, Basquiat, Frida Kahlo, Niki de Saint-Phalle e, ovviamente, Beuys, che all’Accademia di Düsseldorf aveva prima studiato e poi insegnato. Infine non manca un’arena estiva, con una programmazione pensata per consentire agli spettatori di vedere i titoli più significativi della stagione appena passata. Ad accomunare i sei indirizzi, oltre all’estrema attenzione alla qualità, è la forte presenza delle versioni originali, fatto piuttosto insolito in Germania, paese che, come l’Italia o la Spagna, predilige il doppiaggio. "Questa è una delle novità più importanti portate dalla tecnologia digitale", afferma Kalle. "Il numero dei biglietti venduti per le versioni originali è aumentato di dieci volte, rispetto all’epoca del 35 mm". L’altra importante novità è quella dei contenuti aggiuntivi, che in un certo senso sono stati la porta di accesso delle sale Filmkunstkinos (così si chiama la società a cui i sei cinema fanno capo) alla nuova tecnologia. "La nostra ‘rivoluzione’ tecnologica è iniziata con l’adesione al progetto Delicatessen, lanciato dal distributore Salzgeber per aumentare la diffusione dei documentari attraverso l’introduzione nelle sale di proiettori elettronici. Dopo questo passo iniziale, siamo arrivati ai proiettori con tecnologia DLP Cinema, grazie all’adesione a uno schema VPF ed anche a un mix di supporti finanziari stanziati dal Programma MEDIA e - a livello tedesco - da FFA, BKM e Film und Medienstiftung NRW". Interesse per il nuovo, ma soprattutto occhio alla qualità della programmazione. E mentre le locandine dei suoi cinema annunciano i film della Mostra di Venezia 2017, da Nico 1988 a Foxtrot, Kalle prepara la valigia per il prossimo viaggio in Laguna.

Bambi Düsseldorf

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