Cinquecento spettatori in due spettacoli infrasettimanali, a Elgin, piccola città di 20.000 abitanti nella Scozia nord-orientale: l'uscita di un blockbuster made in USA? Ebbene no, si tratta invece della proiezione di cortometraggi prodotti dai ragazzini della scuola primaria nell'ambito del progetto europeo Openground. Cinquecento biglietti che sugli oltre novecento milioni venduti annualmente in Europa Occidentale non hanno alcun peso, ma che sono significativi per il Moray Playhouse , un due schermi Art Déco che risale al 1932 e che recentemente è entrato nell'era digitale. E che grazie alla flessibilità della proiezione digitale può agevolmente presentare contenuti di interesse locale e rafforzare così il proprio ruolo culturale e aggregativo sul territorio in cui opera. Con questo esempio Mike Vickers, programmatore di professione e membro del Comitato Esecutivo di MEDIA Salles per impegno sociale, ha dato il via ieri, 9 luglio, all'undicesima edizione del corso "DigiTraining Plus: New Technologies for the European Cinemas of the Future ".

L'impulso che le nuove tecnologie possono dare alle piccole sale che spesso sono l'unico punto di riferimento per chi, pur abitando lontano dalle grandi città non voglia perdersi il piacere del grande schermo, è uno dei temi al centro del DigiTraining 2014. Edizione che non a caso, oltre al supporto del Programma MEDIA e del Governo Italiano, ha il sostegno di FFF e di MFG, i fondi cinematografici della Baviera e del Baden Wuerttemberg, da anni impegnati nella valorizzazione dei cinema indipendenti, veri e propri presidi della fruizione cinematografica e dell'animazione culturale sul territorio, come ha affermato Klaus Schaefer, Direttore Generale di FFF, nel suo intervento alla sessione inaugurale.

Sessione che si è tenuta in uno degli "hauts-lieux" della storia del cinema: la sede di ARRI, marca di eccellenza della Baviera che, riconosciuta nel mondo per la qualità delle sue cineprese, offre oggi un'ampia gamma di servizi per i cinema digitali.

Ma se la digitalizzazione è la scelta obbligata per il futuro della sala cinematografica, non si può sottovalutare il fatto che gli elevati costi della conversione rischiano di mettere fuori gioco molti cinema che non dispongono delle risorse adeguate: è questo il messaggio di Andreas Kramer, Direttore di HDF, l'associazione degli esercenti tedeschi, che ha commentato le statistiche che già da alcuni anni mostrano che il numero di cinema e di schermi attivi in Germania si sta riducendo, così come il numero dei centri che dispongono di almeno una sala cinematografica.

Gli ha fatto eco Felix Bruder, segretario generale di AG Kino, l'associazione del settore d'essai tedesco. Dopo aver presentato i vantaggi che la digitalizzazione ha portato ai cinema di qualità, come una programmazione più duttile , una qualità costante e la facilitazione della gestione di sale che spesso sono monoschermi (54% del totale) a conduzione familiare, ha espresso le preoccupazioni di questa tipologia di esercenti che si confronta oggi con i maggiori costi operativi del proiettore e si interroga su come potrà affrontare l'acquisto della prossima generazione di attrezzature digitali.

Alle possibili soluzioni per la riduzione dei costi di gestione saranno dedicati alcuni interventi delle prossime giornate.

Informamos a nuestros seguidores que hablan español que el compañero de la revista Cineinforme Antonio Roldán está cubriendo el curso DigiTraining en exclusiva para España.